
Con i recenti, vistosissimi cali sul mercato del petrolio, che hanno portato il prezzo del barile addirittura in negativo, il costo della benzina e del gasolio alla pompa stanno scendendo in maniera molto vistosa.
Presso alcuni distributori d’Italia, a Roma e a Napoli, già ora si compra benzina a 1 euro tondo.
Questo si traduce in un notevole risparmio per le famiglie e le imprese, e viene generalmente salutato come una notizia molto positiva.
In realtà, non lo è.
O, meglio, lo è nell’immediato del pagamento del conto al benzinaio, ma il sorriso di ciascuno di noi davanti al prezzo diminuito è frutto di una visione miope del problema.
Ci sono almeno quattro buone ragioni per affermarlo:
La prima è che il prezzo del petrolio è sceso perchè non c’è più domanda, il che significa che siamo di fronte a una imponente crisi economica, che avrà costi molto maggiori del risparmio che si avrà sul pieno.
La seconda ragione è che lo stato guadagna il 61% su ogni pieno che noi facciamo alla pompa, che è moltissimo, ma è una percentuale, non un valore assoluto (l’IVA si calcola al 22%).
Questo significa che, scendendo il prezzo di benzina e gasolio, lo stato incassa meno, e quei soldi dovrà cercarli altrove.
Quindi, alla lunga il risparmio non esiste!
Non li paghi con la mano destra ma te li tolgono dalla tasca sinistra!
La terza ragione è che quella sui carburanti è una tassa diretta, che colpisce di più che ha di più e non si può evadere.
Tradotto in parole povere significa che un’auto più potente consuma di più e paga più tasse, mentre un’auto economica consuma poco e paga meno tasse.
Se usi molto l’auto perchè vai spesso in giro paghi più tasse di chi va in bicicletta, e così via.

Abbassare le tasse sugli stipendi e alzare le tasse sui consumi.
Questo è un ottimo modo di riequilibrare la bilancia a vantaggio dei ceti più poveri
(e di chi non evade le tasse).
La quarta ragione è la meno immediata ma la più importante: il consumo di energia crea inquinamento.
Meno costa l’energia, più se ne usa.
Meno costa l’energia, meno investimenti si fanno per ridurre i consumi.
Per esempio, durante la crisi petrolifera del 1973 la tecnologia fece velocemente enormi passi avanti nella direzione di abbassare i consumi, poichè la mancanza di materia prima (il petrolio) costrinse il mondo a pensare a prodotti meno energivori.

Nel paesi come gli Stati Uniti in cui la benzina costa poco si producono auto che consumano molto.
E noi viviamo in un mondo che ha un disperato bisogno di tecnologia per consumare meno e di gente che consumi meno energia.
la fondazione stopglobalwarming.eu sta raccogliendo firme per proporre al Parlamento Europeo di spostare la tassazione dalle persone alla Co2, proprio per ridurre l’inquinamento e fermare i cambiamenti climatici.

Attenzione che questa sarebbe una vera rivoluzione: significherebbe che le tasse sul lavoro dipendente diminuirebbero drasticamente, e tutti avrebbero molti più soldi in tasca liquidi a fine mese.
Ciascuno pagherebbe le tasse in base ai consumi, e i prodotti avrebbero un costo gravato da un balzello proporzionato al loro impatto ecologico.
Sostanzialmente, meno inquini, meno paghi.
Questa rivoluzione portebbe a un fortissimo riequilibro dei consumi, a vantaggio dei prodotti più ecosostenibili, che è esattamente il contrario di ciò che avviene oggi.
A tal proposito, vedi anche:
Il mondo in cui viviamo è concepito per detassare ciò che va più veloce, ciò che aiuta a consumare di più, senza alcur riguardo per il futuro del pianeta (l’unico pianeta che abbiamo!).
E’ assolutamente esiziale, nel senso che ne va della nostra esistenza, passare dall’attuale pensiero consumo-centrico a un pensiero eco-centrico.
Cioè, smettere di finanziare tutto ciò che consente di aumentare il PIL per iniziare a finanziare ciò che migliora la qualità della vita degli uomini, degli altri animali, e del pianeta.
Se non lo faremo, e se non lo faremo molto alla svelta, siamo destinati all’estenzione, e non tra mille anni, questa cosa non è un film, e non finisce per niente bene.
Il mondo come lo conosciamo imploderà entro 30-50 anni!
I cambiamenti climatici riguardano molti di noi …E il 100% dei nostri figli!
Bisogna agire, adesso!
